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Contesto: Crimini di guerra a Gaza,l'ultima fase di un genocidio incrementale

Il governo di Israele sta commettendo crimini di guerra a Gaza, prendendo di mira le case dei civili e le famiglie di coloro che ritiene "militanti", usando armi pesanti in zone densamente popolate, sapendo in anticipo il possibile numero di vittime. Tutto ciò si aggiunge ad una situazione cronica di crisi umanitaria attuata da Israele, che si è trasformata in una catastrofe.

I Palestinesi si trovano a dover fronteggiare una sorta di cospirazione da parte del governo di Israele, Stati Uniti e altri stati. La distruzione incrementale di Gaza non ha niente a che vedere con i missili lanciati su Israele. Questi sono semplicemente i sintomi di una lotta per la vita o la morte usati dai Palestinesi per respingere la reclusione permanente da parte di Israele in enclave isolate a Gerusalemme e nella Cisgiordania, nelle zone povere più interne in Israele e, chiaramente, a Gaza, che è una gabbia di per sé.

E' chiaro che le operazioni militari a Gaza, così come quelle precedenti nella Cisgiordania, avevano uno scopo preciso. Hanno spezzato la resistenza di Fatah nella Cisgiordania durante l'Operazione Scudo Difensivo nel 2002, hanno riempito i territori Palestinesi con 200 insediamenti, più di mezzo milione di coloni Israeliani, un enorme sistema di autostrade e mura che frammentano le terre Palestinesi, mentre la popolazione veniva reclusa. Hanno demolito più di 30.000 case in Palestina dall'inizio dell'occupazione; se ne aggiungono altre migliaia adesso a Gaza con il risultato che il numero di Palestinesi sfrattati dall'8 luglio 2014 è arrivato a oltre 525.000.

Tutto ciò, sommato alla distruzione dell'economia Palestinese, all'uccisione sistematica e alla prigionia di leader politici Palestinesi, rivela una situazione di genocidio incrementale, definendo il genocidio come la distruzione sistematica di parte o della totalità di un gruppo razziale, etnico, religioso  o nazionale, attraverso l'uccisione di membri del gruppo, causando loro gravi danni fisici o mentali, infliggendo deliberatamente delle condizioni di vita atte a causare distruzione fisica totale o parziale. Si potrebbe aggiungere la distruzione della cultura di un popolo, la sua identità, storia e eredità. Ciò che Israele sta facendo ai Palestinesi è "incrementale" dal momento che va avanti dal 1947.

Il messaggio di Israele ai Palestinesi durante questi anni è sempre stato lo stesso: potete consegnarvi come prigionieri e vi permetteremo di rimanere nelle vostre Bantustans, enclave-prigioni. Potete andarvene, come hanno già fatto centinaia di migliaia prima di voi. O, se decidete di resistere, morirete. Quest'ultima parte del messaggio - se resistete, morirete  - costituisce l'ultimo avvertimento, vale a direla distruzione sistematica di Gaza.

Per questi motivi, gli ufficiali superiori di Israele, che sono sospettati di crimini di guerra, dovrebbero essere arrestati e sottoposti a un processo imparziale all'estero.

 

Risorse utili

OCHA - Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari

http://www.ochaopt.org/

Registra le statistiche delle demolizioni e degli sgomberii ed ha la responsabiità di riunire gli entii umanitari che assicurano una risposta concreta alle emergenze.

Stop the Wall  http://www.stopthewall.org/

Movimento popolare Palestinese che mette insieme la lotta dei comitati popolari nei villaggi, nei campi dei rifugiati e nelle cittài in lotta contro il Muro di separazione di Israele e gli insediamenti e l'impegno della società civile Palestinese.

ICAHD - Comitato Israeliano contro la demolizione delle case  http://www.icahd.org/

Un gruppo per i diritti umani e la pace che lavora per porre fine all'occupazione con una pace giusta e sostenibile per entrambi i popoli. Il fulcro della sua resistenza non violenta è la questione della demolizione delle case dei Palestinesi e lo sfratto dei Palestinesi indigeni dalla loro terra da parte di Israele. ICAHD ricostruisce le case in Palestina come atto di resistenza politica all'occupazione.

Al-Haq   http://www.alhaq.org/

Un'organizzazionecostituita per proteggere e promuovere i diritti umani e lo stato di diritto nei territori occupati in Palestina. Documenta le violazioni dei diritti individuali e collettivi dei Palestinesi e cerca di porre fine a tali infrazioni attraverso un processo di advocacy che anticipa i meccanismi nazionali e internazionaliconsiderando la responsabilità dei trasgressori.

Badil  www.badil.org

Il Centro di Risorse per la Residenza Palestinese e i Diritti dei Rifugiati utilizza un approccio basato sui diritti riguardo alla questione dei rifugiati Palestinesi attraverso ricerche, advocacy e il supporto della partecipazione della comunità nella ricerca di soluzioni durature. Facilita le iniziative basate sugli accordi tra i Palestinesi e le organizzazioni internazionali per rafforzare l'identitài, promuovere l'unitàe rafforzare le iniziative dei rifugiati che vogliono creare e loro organizzazioni  per i diritti dei rifugiati Palestinesi.

Negotiating Affairs Department, Palestine Liberation Organisation 

http://www.nad-plo.org/

Risorse eccellenti, incluso mappe e storia. Tra i reportage interessanti, vi è "Gaza Under Fire".

LIBRI – Attualità politica & Storia

The Question of Palestine  – Edward Said (Pantheon)

An Israeli in Palestine: Resisting Dispossession, Redeeming Israel  – Jeff Halper (Pluto Press)

Obstacles to Peace  – Jeff Halper (ICAHD)

Blood & Religion  & Israel  & the Clash of Civilizations  – Jonathan Cook (Pluto Press)

Gaza  in Crisis: Reflections on Israel’s War against the Palestinians  – Noam Chomsky & Ilan Pappe (Hamish Hamilton)

Israeli Apartheid: A Beginner’s Guide  – Ben White (Pluto Press)

Disappearing Palestine: Israel’s Experiment in Human Despair – Jonathan Cook (Zed Books)

The Iron Wall  – Avi Shlaim (Penguin Books)

Israel  & the Palestine: Reappraisals, Revisions, Refutations  – Avi Shlaim (Verso)

The Ethnic Cleansing of Palestine  – Ilan Pappe (Oneworld Publications)

The Idea of Israel: A History of Power and Knowledge  – Ilan Pappe (Verso)

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Os(As) seguintes Tradutores(as) Voluntários(as) pelo direito à moradia sem fronteiras da AIH colaboraram com a tradução deste texto:

Giorgia Lo Faro, Manuela Putzu

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