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Campagna Sfratti Zero

Barcellona, lettera-denuncia del comitato Ripensare Bon Pastor, per il diritto alla casa nei quartieri popolari

Malgrado le oltre 40 proposte alternative provenienti da tutto il mondo, presentate in occasione del Concorso Internazionale di idee “Ripensare Bon Pastor” , il Comune di Barcellona finge di ignorare i problemi generati dalla demolizione di questo storico quartiere popolare e, con la scusa del Piano di Ristrutturazione, continua ad abbattere case lasciando la popolazione priva di un alloggio dignitoso.
Perciò il gruppo organizzativo di Ripensare Bon Pastor , con l’appoggio di IAI vi invita a firmare la lettera-denuncia contro queste azioni e a favore di una soluzione alternativa, partecipata e rispettosa dei diritti degli abitanti del Bon Pastor,  ovvero con Sfratti Zero.

Il 19 Giugno 2010 alcune famiglie delle Casas Baratas diBon Pastor (Barcelona) hanno riaperto diverse case del quartiere tenute chiuse dal Patronato Municipale della Casa. Le famiglie hanno così manifestato la loro volontà di assegnare gli alloggi popolari vuoti alle famiglie bisognose del quartiere. Il Patronato, responsabile della gestione di questi immobili, ha risposto alla richiesta degli abitanti sgomberando le famiglie che avevano occupato le case aperte, scoperchiando i tetti con il pretesto di evitare nuove occupazioni e, alcuni giorni dopo, demolendo alcune di queste. Si tratta di edifici inclusi nella seconda, terza e quarta fase del Piano di Ristrutturazione del quartiere, pertanto per molte di queste non era prevista la demolizione almeno per i prossimi cinque anni.

Il Patronato Municipale della Casa, proprietario delle 784 Casasas Baratas  e dipendente dal Comune di Barcellona, sta gestendo il patrimonio abitativo pubblico con criteri imprenditoriali che non tengono conto dei diritti, dei bisogni e della volontà degli abitanti.

Un discutibile “Piano di Ristrutturazione” che prevede l’abbattimento integrale delle case, sta obbligando molti abitanti del quartiere ad accettare condizioni di rialloggio ingiuste ed economicamente insostenibili, mentre ad altri abitanti dello stesso quartiere non è concesso neanche il diritto alla nuova residenza e presto si troveranno senza una casa. E’ ormai dal 2007 che nel quartiere vengono eseguiti illegalmente sfratti ed ancora oggi gli inquilini aspettano una sentenza in merito.

Il comitato organizzatore del concorso internazionale di idee “Ripensare Bonpastor”, insieme a tutti i sottoscrittori di questo appello, chiede al Patronato Municipale della Casa, alla Presidenza del Distretto di Sant Andreu, al Dipartimento di Urbanistica del Comune di Barcellona e al Ministero delle Politiche Abitative dello Stato Spagnolo di riconsiderare la propria posizione e l’azione intrapresa sia nei confronti degli abitanti del quartiere di Casas Baratas  di Bon Pastor, sia nei confronti dell’intera cittadinanza di Barcellona in quanto titolari dei diritti sanciti dall’articolo 11 del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, nonché da altre convenzioni ratificate dallo Stato Spagnolo.

Per queste ragioni chiede l’immediato ripristino delle case popolari danneggiate e scoperchiate e la successiva assegnazione delle stesse agli abitanti del quartiere.

Allo stesso modo, e a partire da questo momento, chiede che tutte le case rimaste vuote siano assegnate secondo le liste ed i criteri esistenti così come si era proceduto fino a tre anni fa.

Chiede inoltre l’apertura di un dibattito pubblico sul tema della ristrutturazione del quartiere delle Casas Baratas, affinché il riconoscimento della necessità abitative degli abitanti non legittimi il saccheggio del patrimonio storico della città né tantomeno la disattenzione dei diritti acquisiti dagli antichi abitanti del quartiere.

Infine, chiede l’immediata applicazione di queste nuove fomule, ovvero con Zero Sfratti, alle Casas Baratas di Bon Pastor

Riferimenti geografici


I(le) Traduttori(trici) Volontari(e) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che hanno collaborato con la traduzione di questo testo sono:

Dario Riccobono, Elena Bonicelli

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