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“Il diritto umano ad una casa dignitosa”

Comunicato stampa della Giornata della Rete Habitat Argentina a S.Salvador de Jujuy

La Rete Habitat Argentina ha dato inizio alle attività programmate a San Salvador de Jujuy con la presenza di numerose organizzazioni sociali e con l’obiettivo del rafforzamento istituzionale e dell’articolazione di rete.

L’apertura della giornata è stata a carico della direttrice del CINU – Centro de Informazioni delle Nazioni Unite e della Coordinatrice della organizzazione di quartiere Tupac Amaru, la signora Milagro Sala, che davanti ad un folto pubblico hanno aperto la giornata di dibatitto su un problema gravisismo dell'Argentina: un hábitat adatto per le nostre famiglie e i diritti dei popoli indigeni.

In primo luogo la Direttrice del CINU ha presentato “Uno sguardo alla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni, la ONU e i Popoli indigeni”.

Uno sguardo alla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni

Gli indigeni hanno diritto, come popoli e come persone, a usufruire pienamente di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali riconosciute dalla Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e la normativa internazionale dei diritti umani.

I popoli e le persone indigene sono libere e uguali a tutti gli altri popoli e persone e hanno il diritto di non essere oggetto di nessuna forma di discriminazione nell’esercizio dei propri diritti, soprattutto riguardo all’origine e all’identità indigena.
Il giorno 13 di settembre del 2007, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dato nuovo impulso alla protezione dei Diritti Umani dei Popoli Indigeni, mediante l’adozione di una Dichiarazione che si è conclusa con più di 25 anni di negoziazione sui diritti dei popoli originari per proteggere le proprie terre e risorse, e mantenere le proprie culture e tradizioni uniche.

La Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni, che proclama diritti collettivi e individuali per i 370 milioni di persone indigene nel mondo, è stata adottata per l’Assemblea Generale con 143 voti a favore – tra tutti, quello argentino_, 4 contro e 11 astenuti.

A continuazione la Coordinatrice Generale Tupac Amaru Milagro Sala segnalava che “La problemativca abitativa delle organizzazioni sociali è grande, non abbiamo il problema della Capitale Federale che è la mancanza di terra, per noi tutti è il contrario: noi ne abbiamo in abbondanza di terra, noi che veniamo dalle organizzzazioni sociali e che oggi abbiamo formato una rete dove ci sono 14 organizzazioni sociali di diversi settori e di diverse bandiere politiche, dove per noi la priorità è che i compagni e fratelli rispettino le metodologie della costruzione abitativa che loro vogliono non la costruzione che noi gli imponiamo, dico noi perché le organizzazioni sociali stiamo costruendo circa 10.000 case costruite tra Tupac, Argentina Grande come diverse altre organizzazioni sociali.

E nel trascorso di questi sei anni che stiamo costruendo case sappiamo che l’importante non è imporre agli altri della comunità, perché non è lo stesso costruire 248 case per esempio in un luogo che poi uno quando va alla comunità chiede come hanno vissuto i nostri antenati, per esempio in Palpalà dove a 2km c’è una casa costruita e a 1 km più in là un’altra costruita dove le comunità si rispettano per gli allevamenti di animali e per il raccolto, se noi li mettiamo in una casa di 7x8 di grandezza il fratello non potrà vivere, perché non è abituato a essere chiuso e è lo stesso come qualsiasi di noi che viviamo in un quartiere e che abbiamo il cortile ci mettano in un appartamento noi ci muoriamo, perché noi facciamo questo esempio che sembra un po’ tonto però per noi è un esempio che rispetta i nostri compagni e fratelli perché loro non sono abituati a vivere ammucchiati , ma a vivere della caccia, del raccolto e a crescere i propri animali e a piantare i propri semi e per questo per noi è importante rispettare l’altro in accordo come lui viva.

Il secondo tema è che noi abbiamo lottato da molto tempo perché , qui nella regione, si rispetti il pagamento della convenzione firmata con il governo nazionale, noi le organizzazioni sociali abbiamo firmato una convenzione dove dobbiamo pagare 35 pesos mensili che è la quota fissata, e sappiamo bene che la quota dobbiamo pagarla perché questi soldi, e lo abbiamo chiaro, servano in futuro per il compagno che sta costruendo una casa, però abbiamo anche chiaro che non possiamo permettere che oggi vogliano farci pagare 50 pesos quando la convenzione è di 35 e non di 50 pesos, questi 15 pesos che per qualcuno non hanno senso però per noi sono molti 15 pesos ci impongono che ci sia una sicurezza sulla vita, una sicurezza contro incendi e un sacco di altre cose.

Ci pare che è per togliere soldi ai nostri compagni e non possiamo permetterlo; già troppo ci hanno tolto da troppo tempo di generazione in generazione ci rubano da quasi 516 anni, ci rubano la ricchezza dei nostri predecessori, ci rubano la nostra cultura, ci rubano la nostra storia, oggi ci rubano soldi e negli anni ’70 ci rubarono tutta una generazione di giovani, nell’epoca delle Malvine ci rubarono un’altra generazione, negli anni ’90 ci rubarono il lavoro con le privatizzazioni la ventida di tutto lo stato con il pretesto che saremmo stati un po’ meglio e il risultato è che stiamo peggio, bene, non dobbiamo lasciare che ci rubino più…

Coordinamento per la Rete Habitat Argentina

Zulema Ríos, Sergio Herrera, Fernando Ojeda

Riferimenti geografici


Il(la) Traduttore(trice) Volontario(a) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che ha collaborato con la traduzione di questo testo è

Francesco Venturin

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