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Messico: la mobilitazione nazionale contro l’INFONAVIT, il Governo Federale e CAPMARK

Governi vigliacchi hanno vanificato il diritto costituzionale alla casa

La Costituzione Politica degli Stati Uniti Messicani, frutto della Rivoluzione del 1910, e nello specifico l’articolo 123, obbliga i datori di lavoro a fornire una casa ai loro lavoratori. Tuttavia il grande capitale messicano con l’alleanza del Governo Federale ha vanificato, per decenni, questo diritto e non sarà che a partire dal 1970 che le pressioni e le mobilitazioni operaie li obbligheranno ad adempiere. Abilmente, i datori di lavoro e il Governo Federale hanno ideato gli istituti per la casa, con il contributo del 5% del salario dei lavoratori, il 5% da parte dei datori di lavoro e il 5% da parte dello stato.

Con tutte queste risorse finanziarie gestite dal Governo Federale, sono staio creati i centri per la casa come INFONAVIT, FOVISSSTE e FONHAPO, così da adempiere al mandato costituzionale di fornire una casa ai lavoratori messicani. Con il crollo finanziario del 1994, i lavoratori che avevano beneficiato di una casa si trovano nell’impossibilità di pagare i debiti contratti con gli istitutiper la casa statali. Successivamente, nel 2006, il Governo Federale di Vicente Fox decide di vendere tutti crediti per morosità acquisiti degli istituti per la casa all’immobiliare statunitense CAPMARK e SCRAP2, che da inizio ai procedimenti giudiziari contro i lavoratori per sottrarre loro la casa. In poche parole questa società otterrà un guadagno superiore al 1000%. La storia si ripete: Governi vigliacchi che regalano il patrimonio della società agli statunitensi.

Per far fronte alla crisi dei crediti per morosità e agli sgomberi promossi dalla società CAPMARK, alleatasi con i giudici federali e la banca transnazionale, è stato creato il Consiglio Nazionale di Difesa della Casa, CDV, che il 20 agosto 2007 ha indetto una mobilitazione nazionale contro l’INFONAVIT, negli uffici centrali di Barranca del Muerto, Messico D.F. Sin dalle prime ore, hanno iniziato ad arrivare decine di compagni dallo Stato del Messico, Distretto Federale, Guanajuato, Aguascalientes y Veracruz per protestare e pretendere dal Governo Federale di Felipe Calderón H. l’annullamento del decreto di vendita alla società statunitense CAPMARK dei crediti per morosità e il blocco di tutti gli sgomberi previsti per l’anno in corso. All’appello del CDV si sono presentati più di trecento compagni che in modo combattivo e disciplinato hanno manifestato contro l’INFONAVIT, il Governo Federale e CAPMARK.

I funzionari dell’INFONAVIT si sono chiusi nel loro bunker e nessuno si è fatto avanti per ritirare il fascicolo con la nostra petizione. Questo atteggiamento del Governo Federale ha inasprito le forze combattive e al microfono si è alzata una pluralità di voci per chiedere la totale sospensione degli sgomberi e per spiegare come l società di recupero crediti, Capmark, alleata di banchieri e giudici, promuovono gli sgomberi.

A conclusione dell’incontro è stato gridato lo slogan: SI ALLA CASA, NO AGLI SGOMBERI! CAPMARK FUORI! VIVA IL CONSIGLIO NAZIONALE DI DIFESA DELLA CASA!

In Messico ci siamo organizzati nel Consiglio Nazionale di Difesa della Casa, CDV, per evitare gli sgomberi di massa e abbiamo dato vita a tre centri regionali, nel centro, sud e nord. Solo in questo modo saremo nelle condizioni di tutelare il patrimonio della società lavoratrice, che ha comprato case popolari con ipoteche impagabili. Poiché il Governo di Felipe Calderón ha delineato una politica immobiliare perversa che consiste nel concedere crediti impagabili con l’obiettivo di sottrarre al cittadino la sua casa e rivendere la stessa a privati, il CDV si è unito alla Campagna Zero Sfratti promossa dall’Alleanza Internazionale degli Abitanti, AIH. Abbiamo deciso di unirci e sostenerla, in quanto siamo consapevoli che solo con la solidarietà internazionale bloccheremo gli sgomberi nel nostro paese.

Riguardiamo a questo punto la questione dei crediti per morosità in Messico per sottolineare che la speculazione finanziaria è innata al capitalismo e che, a causa delle reti delle transazioni finanziarie, la speculazione, come quella attuale dei prestiti ipotecari, si trasmette fra i vari mercati.

Quando si crea una bolla speculativa che si espande fino a scoppiare, la possibilità di una crisi si associa a ciò che viene chiamata una crisi di liquidità, che non significa altro che la scomparsa degli acquirenti.

In un primo momento mancano coloro che comprano le case avvalendosi di ipoteche, a causa dell’aumento dei prezzi provocato dall’espansione della domanda nel mercato gonfiato dal credito. Successivamente, come conseguenza, mancano gli acquirenti degli stessi crediti nel mercato secondario dove partecipano le banche ed altri istituti finanziari.

La conseguenza è che i costruttori restano con case che non possono vendere, le società ipotecarie restano con contratti che non possono riscuotere, e le banche e gli istituti di investimento restano con titoli finanziari associati ad operazioni ipotecarie dei quali non possono disfarsi. In tal modo, i debiti fra tutti questi partecipanti del mercato non possono essere saldati, e ciò determina lo scoppio di una crisi. Poiché quello che manca è la liquidità, termine economico riferito al denaro necessario per saldare transazioni in un mercato determinato, in questo caso quello dei beni fondiari, allora le banche centrali, che per definizione sono i mutuanti di ultima istanza nel sistema finanziario, devono fornire liquidità (denaro) per evitare che la crisi precipiti.

Questa situazione ha obbligato il Governo di Felipe Calderón a vendere i crediti per morosità alle società statunitensi, le immobiliari CAPMARK e SCRAP2, trasformando il diritto ad una casa dignitosa in una merce, in un grande affare messo nelle mani di queste società “di recupero crediti” che vogliono ottenere guadagni di più del 1000% rivendendo le case che sottraggono ai lavoratori.

Nel Consiglio Nazionale di Difesa della Casa, CDV, riteniamo che sia opportuno modificare questa politica di spoliazioni e sgomberi delle case dei lavoratori, unendola alla lotta che si porta avanti in Cile e ai lavoratori statunitensi anch’essi vittime di questa politica perversa.

Stiamo altresì proponendo all’Alleanza Internazionale degli Abitanti di assumere assieme a noi la possibilità di vincolare tutte le lotte dell’America Latina e dei Carabi condotte all’insegna di “sfrattii zero”.

In definitiva, ci interessa creare un legame organico fra le lotte nella regione contro gli sgomberi e promuovere una mobilitazione internazionale il prossimo 6 ottobre, in occasione delle Giornate Mondiali Sfrattii Zero, per chiedere a gran voce ai Governi Nazionali di cancellare definitivamente la politica degli sgomberi.