Italia, c'è un futuro per "l’autorecupero” a Roma?
Dopo l'elezione del nuovo sindaco di Roma, Ignazio Marino (Pd), nel giugno 2013, assisteremo a un revival dell'"autorecupero" a Roma? Massimo Pasquini, segretario dell'Unione Inquilini di Roma risponde a CHAIRECOOP e ci presenta la sua analisi sul futuro dell'"autorecupero" a Roma.
Vi invio un report tentando di rispondere compiutamente al quesito posto da Yann Maury, relativo all’atteggiamento del sindaco Marino sull’autorecupero.
Il Sindaco Marino aldilà di alcune dichiarazioni programmatiche che richiamavano la necessità di procedere alla rigenerazione urbana alternativa alla cementificazione del territorio che ha prodotto solo guasti e che non ha inciso in alcun modo sulla risposta alla vasta precarietà abitativa vissuta dai cittadini romani, nella quale gli sfratti sono la punta dell’iceberg.
Mercoledì 18 dicembre 2013, l’Unione Inquilini di Roma ha promosso una assemblea dal titolo ” l’Autorecupero possibile” presso il V Municipio con lo scopo di rilanciare la questione del recupero e dell’autorecupero del vastissimo patrimonio pubblico che risulta inutilzzato e lasciato nel degrado mentre decine di migliaia di famiglie sono oppresse dalla precarietà abitativa.
Quello di mercoledì 18 dicembre 2013 è stato un confronto serrato e profiquo avvenuto tra i vari rappresentanti delle cooperative di autorecupero presenti, ( la Vivere 2000 e la Corallo) l’ex assessore al patrimonio della Regione Lazio Bonadonna, colui che fece votare la legge regionale per l’autorecupero, Dante Pomponi, ex assessore del Comune di Roma alle periferie con delega all’autorecupero, Cologno dell’occupazione di via Tor de schiavi 101 e dell’associazione Bleu’, Fabio Alberti, segr. di Rifondazione e primo Presidente della cooperativa ‘’chi non occupa preoccupa’’di Bologna, in sala erano presenti molti sfrattati e rappresentanti di associazioni impegnate sul diritto alla casa, tra cui un rappresentante di una cooperativa di Monza.
Siamo partiti dai contenuti della legge, ripercorrendo quel periodo, importante per il diritto all’abitare che furono gli anni 90, in cui in relazione anche alle occupazioni fatte, furono stipulati 12 accordi con le cooperative per autorecuperare gli immobili. Queste esperienze passate hanno dimostrato che l’autorecupero e’ possibile. Non a caso i tecnici del comune nell’effettuare la verifica dei lavori hanno attestato che “i lavori sono fatti ad arte e meglio di quelli delle case popolari, oltre che costare di meno’’.
Alcuni interventi nel dibattito hanno sottolineato che le amministrazioni comunali e regionali degli anni passati di destra di Alemanno e Polverini hanno fatto tabula rasa della proposta senza tacere che il comune durante la Giunta Alemanno non ha emananato il bando pubblico, già pronto, per il recupero di 9 immobili e lo ha annullato, non a caso per questo sono state pagate delle penali alle ditte che dovevano ristrutturare le parti portanti.
Roma come già detto sopra ha disponibile un immenso patrimonio pubblico lasciato chiuso e in degrado e sul quale si addensano le nubi di politiche di valorizzazione che non sono altro che politiche di svendita a tutto vantaggio della speculazione immobiliare e della rendita.
Noi e le altre realtà che operano nel campo dell’autorecupero e della lotta per il diritto alla casa, vogliamo essere portatori di una iniziativa forte che si esplicita nella seguente richiesta: sospensione per almeno 10 anni del piano regolatore sulle aree e avvio di un piano regolatore sull’esistente ( ovvero sul già costruito) fondato sul recupero e sull’autorecupero, a partire dagli immobili pubblici o sotto il controllo pubblico a partire dagli immobili del demanio, civile e militare, della regione, del comune e della provincia. Piano regolatore sull’esistente che deve puntare a soddisfare le esigenze dei cittadini sia di tipo abitativo che ad uso sociale.
L’Assemblea si è conclusa con la volontà comune di riprendere l’iniziativa, di ‘’unire il fronte” e di aprire una vertenza con Comune e Regione, per l’attuazione della legge, il reperimento di immobile e l’attuazione di un nuovo bando pubblico. Ci siamo presi l’impegno comune di incontrarci di nuovo a gennaio 2014 per proseguire l’iniziativa comune. Abbiamo anche intenzione di elaborare un libro bianco nel quale individuare almeno 40 immobili pubblici vuoti e in degrado abbandonati da proporre alle amministrazioni locali per essere oggetto di bandi di autorecupero. Infine abbiamo concordato la proposta di costruire un incontro internazionale sulla proposta dell’autorecupero insieme all’Universita’ di Roma.
Per fare tutto questo è necessario fare fronte comune tra tutte le cooperative (la Mosaico, Diametro, Inventare l’abitare, Vivere 2000), unione inquilini e i movimenti per un percorso comune. Infine vi invio un ordine del giorno scritto dall’unione inquilini di roma e presentato in consiglio comunale in occasione della seconda giornata nazionale “sfratti zero” del 10 ottobre 2013, ordine del giorno che il consiglio comunale di roma ha approvato lo scorso 29 ottobre 2013, ecco il testo integrale che riporta anche un forte impegno al sindaco sulla questione dell’autorecupero.
Massimo Pasquini, Segretario Unione Inquilini. Roma, 19 dicembre 2013.
Mozione n. 50 del 29 ottobre 2013 (ex art.109 del Regolamento del Consiglio Comunale)
PREMESSO CHE
- la città di Roma vive una situazione abitativa drammatica e sul proprio territorio persiste una forte precarietà alloggiativa, dovuta ad una mancanza di politiche che si ponessero come obiettivo principale il fabbisogno reale dei cittadini;
- abbiamo assistito negli anni ad uno sviluppo scoordinato del territorio che non ha prodotto riduzione del disagio abitativo e che la crisi economica ha fatto registrare inoltre,l’aumento vertiginoso degli sfratti per morosità;
- ogni anno sono emesse dal tribunale circa 7.000 sentenze di sfratto e che le famiglie collocate nelle graduatorie al 31 dicembre 2012 sono risultate essere circa 30 mila, mentre 2.500 sono gli sfratti eseguiti ogni anno con l’ausilio della forza pubblica;
- il mese di ottobre è a livello internazionale il mese delle mobilitazioni straordinarie della campagna “Sfratti Zero” che da oltre 10 anni impegna tutti Paesi del mondo;
- si sono svolte iniziative in oltre sessanta città italiane con un grande impatto politico e mediatico;
- a Roma ci furono picchetti antisfratto, manifestazioni, presidi in Prefettura e ben sei Municipi convocarono Consigli Municipali aperti e approvarono importanti Ordini del Giorno, il 10 ottobre, su proposta dell’Unione Inquilini, è diventata la Giornata nazionale “Sfratti Zero” in Italia;
- lo scopo è quello di inserire nell’agenda politica nazionale la questione “sfratti”, sottolineando la necessità di una sospensione dei medesimi anche per morosità incolpevole;
- è necessario che giunga al Governo e al Sindaco di Roma Capitale la sollecitazione ad affrontare la questione della precarietà abitativa in tutti i suoi contesti;
L’ASSEMBLEA CAPITOLINA
- chiede al Sindaco di procedere alla sospensione delle esecuzioni di sfratto non solo per finita locazione, già in atto, ma anche per morosità incolpevole;
- sollecita il Sindaco ad inviare al Governo la richiesta di sospendere gli sfratti per morosità e, di chiedere ai Gruppi Parlamentari e al Governo medesimo l’improrogabilità dell’avvio di politiche strutturati e programmatiche sul tema della casa, mettendo fine alle politiche emergenzialiste che hanno creato notevoli storture, lasciando i Comuni da soli di fronte al dilagare della precarietà abitativa, ed impegnandosi a sostenere programmi di edilizia residenziale pubblica a canone sociale;
- impegna il Sindaco ad adoperarsi affinché la Commissione graduazione sfratti, istituita da Legge Regionale, divenga effettiva e sia strumento di graduazione degli sfratti consentendo il passaggio da casa a casa;
- domanda al Sindaco e alla Giunta di procedere, con l’ausilio dei Municipi e la partecipazione attiva di Associazioni, Comitati, Sindacati e dei cittadini, ad effettuare un monitoraggio volto a verificare l’esistenza di immobili pubblici, compresi quelli dei demanio civile e militare, attualmente inutilizzati, affinché vengano utilizzati per fini abitativi e per affrontare la precarietà alloggiativa;
- impegna a trovare, anche con l’ausilio di Associazioni, Comitati e Sindacati, il modo per affrontare la piaga dei contratti a “nero”, al fine di stroncare l’evasione fiscale nel settore, con lo scopo di reperire le risorse da destinare alle necessarie politiche abitative pubbliche delle quali la città ha estrema necessità.
F.to: Peciola, Ghera e Caprari
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La suestesa mozione è stata approvata dall’Assemblea Capitolina con 22 voti favorevoli, 6 contrari e l’astensione dei Consiglieri Bordoni e Mennuni, nella seduta del 29 ottobre 2013.