Perù: rilevate inadempienze quattro anni dopo la visita del Relatore Speciale delle Nazioni Unite per l’alloggio
La missione del Relatore Speciale per un alloggio adeguato delle Nazioni Unite in Perù: un’opportunità per organizzare le diverse lotte locali in una strategia internazionale in favore del diritto all’alloggio.
Per promuovere e organizzare la visita in Perù del Relatore Speciale per un alloggio adeguato, possibilmente in collaborazione con il Comitato ONU sugli sfratti (UN-AGFE), diverse istituzioni e organizzazioni sociali hanno organizzato un Gruppo promotore costituito dalla Coordinatrice Nazionale per i Diritti Umani, dal Comitato della campagna per il diritto a un’abitazione dignitosa (integrato dall’Istituto per lo Sviluppo urbano CENCA, da Estrategia, dal Gruppo per le iniziative urbane GIU, da Ciudad e SEA, dalla Federazione delle organizzazioni municipali di Lima e Callao – FOVELIC); il Centro di Ricerca, Documentazione e Consulenza (CIDAP). la Piattaforma Peruviana per Diritti Umani, Democrazia e Sviluppo; l’associazione per i diritti umani APRODEH e il Centro della Donna Peruviana Flora Tristán, la coordinatrice municipale per il rinnovamento urbano e la difesa degli inquilini e degli occupanti, UPIS Huáscar, l’Organizzazione degli abitanti delle zone dello svincolo stradale di San Juan de Lurigancho, L’Unione Municipale per lo Sviluppo e il rinnovamento urbano UVE DIDRU, il Fronte per l’integrazione dei popoli dello Zapallal (FRIDPEZ) e l’associazione dei consumatori e degli utenti (ACYU).
Tre anni dopo la visita del Relatore Speciale, la coordinatrice nazionale per i diritti umani ha dato l’incarico al comitato della campagna per il diritto a un’abitazione dignitosa di elaborare un bilancio di quanto è stato fatto dallo stato peruviano in merito alla realizzazione delle indicazioni espresse dal Relatore. Tale incarico ha preso in analisi ciò che il Comitato della campagna ha realizzato, nel suddetto arco di tempo, relativamente alla politica abitativa, formulando proposte alternative in favore del miglioramento delle condizioni di abitabilità dei settori sociali meno abbienti con un’impostazione che si basa sui diritti.
Per stendere una relazione, il comitato della campagna ha elaborato un piano di lavoro che includeva la preparazione di un questionario con domande da rivolgere alle diverse autorità pubbliche coinvolte nella realizzazione delle indicazioni del Relatore, interviste a funzionari pubblici e a specialisti della società civile, nonché la revisione della documentazione ufficiale disponibile per la consultazione.
I diversi compiti sono stati distribuiti ai membri del comitato in base alle competenze di ciascuno, essendo chiamati in causa vari aspetti: normativi, il diritto all’alloggio, le tematiche relative all’inquilinato, le problematiche tipiche dei centri storici, i titoli di proprietà dei quartieri marginali e le minacce di sfratto, i temi della partecipazione dei cittadini nella formulazione delle politiche, l’appoggio alle iniziative da parte delle popolazioni e degli attori locali, gli aspetti economici e i programmi finanziari del governo, l’approccio di genere, l’impatto delle politiche minerarie sulle città e sui centri abitati, le politiche di prevenzione e di ricostruzione delle popolazioni colpite da disastri naturali, la privatizzazione dei servizi, eccetera.
A causa dell’impostazione del mercato, la mancanza di abitazioni ha raggiunto quota 2.200.000
L’analisi dei progressi nella realizzazione delle indicazioni ha dimostrato che dopo i quattro anni della missione sono stati compiuti pochi progressi significativi nella realizzazione del diritto a un alloggio adeguato in Perù. Tanto nel governo precedente (Toledo) come nell’attuale (APRA), è prevalsa un’impostazione di mercato che ha impedito che si prestasse la dovuta attenzione ai settori sociali meno abbienti. Basti dire che fino a novembre 2006 erano stati promossi solo 78 progetti del programma “Casa propria” in favore di 35.000 famiglie, quando il deficit abitativo nel 2000 era di più di 1.200.000 abitazioni e ogni anno si aggiungono al mercato circa 90.000 nuove famiglie. Non deve meravigliare, dunque, se il deficit è cresciuto e si prevede che nel 2005 superi il milione e mezzo, arrivando nel 2007 a 2.200.000 abitazioni.
L’analisi non ha fatto il punto solo sulle cifre, ma è stata effettuata seguendo diversi casi emblematici. Segnaliamo che sono stati riesaminati i casi di organizzazioni sociali che lottavano per il riconoscimento e la sicurezza della proprietà e contro gli sfratti forzati; fra gli altri UPIS Huascar e FOVELIC, l’attenzione alle popolazioni colpite dall’abbattimento delle case come l’associazione per lo sviluppo dell’insediamento umano “7 ottobre”, le organizzazioni della Oroya della zona mineraria, i centri urbani di Lima.
Le alternative: indirizzare nuovamente le risorse pubbliche ottenute dalla conversione del debito e una legge quadro su area edificabile, abitazione e territorio
D’altro lato bisogna ricordare che la stesura della relazione accompagnava altri sforzi compiuti dal comitato per incidere sulle politiche pubbliche, come il progetto di creare un fondo per l’edilizia popolare che assicuri una nuova destinazione delle risorse pubbliche e di quelle che si ottengono attraverso operazioni di conversione del debito con programmi sociali in favore delle popolazioni che effettivamente ne hanno bisogno, che sono in condizioni abitative molto precarie e la cui sicurezza e salute sono minacciate. Progetti come la promulgazione di una legge quadro su area edificabile, abitazione e territorio che stabilisca i requisiti legali necessari per garantire il diritto a un’abitazione dignitosa, sicura e salubre a tutti i peruviani e una organizzazione del territorio che si basi su criteri di sviluppo inclusivi e rispettosi delle forme organizzative comunitarie e del loro diritto di decidere in merito all’uso del suolo che occupano.
Il processo di elaborazione del rapporto relativo ai processi sociali ha dovuto essere modificato quando nell’agosto 2007 un sisma ha colpito le popolazioni del sud del paese, provocando la morte di più di 500 persone e distruggendo quasi 40.000 abitazioni. Il periodo di stesura della relazione si è protratto fino al dicembre 2007 e si è notato che il processo di ricostruzione, fino a quel momento, era estremamente lento; si sono poi aggiunte le lotte dei villaggi del settore minerario e di quanti contribuiscono al Fondo Nazionale per l’Abitazione FONAVI, il cui scioglimento, con relativo passaggio di fondi al governo, li ha penalizzati nel diritto di godere di strumenti finanziari che permettano di migliorare le condizioni di abitabilità.
Le alleanze sociali propongono una agenda di lavoro comune per il diritto alla casa
Anche durante il processo di elaborazione, il rapporto è servito per formulare domande da rivolgere ai rappresentanti del governo peruviano riguardo ai loro impegni internazionali. Ora, una volta concluso, deve servire per favorire uno spazio di dialogo tra lo stato peruviano, le organizzazioni sociali e le istituzioni della società civile per riesaminare i diversi temi relativi al diritto a un’abitazione adeguata che il relatore propone nel suo rapporto. Per questo si deve rafforzare l’articolazione della lotta a livello nazionale con azioni a livello internazionale che portino alla creazione di organismi di nazioni unite e reti di abitanti.
La presentazione della relazione consolida l’alleanza fra organizzazioni per la difesa dei diritti umani con organismi che, nel nostro paese, lavorano per il diritto all’alloggio, ma apre la possibilità di ampliare questa piattaforma a altre istituzioni amiche e altre organizzazioni sociali che portano avanti lotte isolate. Parimenti, per la varietà dei temi che tocca, la relazione costituisce un’ampia agenda di lavoro in cui può confluire una serie di organizzazioni sociali e di movimenti cittadini che lottano per la sicurezza della proprietà e contro gli sfratti, quanti prevedono un nuovo modello di gestione per i programmi abitativi e coloro che lottano per il diritto all’acqua e contro la privatizzazione dei servizi basilari di risanamento e coloro che si vedono colpiti da fenomeni naturali (terremoti, frane, inondazioni, cicloni, eccetera).