Svezia: Contro gli affitti di mercato e l’alloggio sociale!
Seminario sul diritto all’alloggio, Forum Sociale Europeo
Presentazione di Sara SVENSSON, Associazione svedese degli inquilini
Malmö, 19 settembre 2008
In Svezia si contano tre milioni di inquilini. Se la situazione peggiorasse, molti inquilini ne subirebbero le conseguenze. Questo è il motivo per cui l’organizzazione degli inquilini Hyresgästföreningen si sta attivando per tutelare e migliorare i nostri diritti e la qualità dei nostri alloggi. Abbiamo il potere di influire sulla politica degli alloggi svedese, inclusa la possibilità di evitare la vendita delle società di alloggi municipali che dovrebbero agire negli interessi dei loro inquilini. Inoltre, prosegue il dibattito sulla mancanza di alloggi e sui costi elevati delle costruzioni, dato che la possibilità di costruire alloggi in affitto a prezzi ragionevoli ci sembra una soluzione praticabile. Oltre ad influenzare l’opinione pubblica, il nostro staff annovera anche un certo numero di avvocati, che supportano i singoli inquilini in caso di problemi con i rispettivi proprietari.
La nostra associazione organizza inquilini in tutta la Svezia contro, per esempio, la relazione ufficiale del governo di destra, secondo cui si dovrebbero introdurre, sul mercato degli alloggi svedesi, affitti basati sulle richieste di mercato. Attualmente, in Svezia si contano più di 3.000 associazioni locali di inquilini e 535.000 famiglie membri dell’organizzazione Hyresgästföreningen che lottano contro la proposta del governo, descritta brevemente nei paragrafi successivi. Il motivo che mi spinge a fare tutto questo è dovuto all'enorme impatto causato da tale proposta, le cui considerazioni si ripercuoteranno inevitabilmente sui 3 milioni di inquilini svedesi. Tale relazione minaccia in diversi modi il diritto all’alloggio.
Con questa relazione, infatti, il governo intende apportare due importanti cambiamenti legislativi sul mercato degli alloggi svedese. Il primo riguarda l’introduzione di affitti basati sulle esigenze del mercato, il secondo, invece, si riferisce, all’approccio ad un certo tipo di alloggio sociale che si distanzia completamente dal nostro modello di alloggio pubblico.
In Svezia abbiamo un modello di alloggio pubblico che è diverso dall’alloggio sociale di cui dispongono altri Paesi europei. Secondo il nostro modello, chiunque, a prescindere dal reddito, può vivere in abitazioni che appartengono alle società di alloggi municipali. Inoltre, tali società fanno riferimento a dei principi guida politici, secondo cui devono assumersi la responsabilità sociale di costruire, per esempio, in modo differenziato, ossia costruire edifici di diversa tipologia (case a schiera, blocchi di appartamenti e così via). Gli affitti di queste società costituiscono, inoltre, il limite (+5 %) sulla base del quale le società private hanno la possibilità di aumentare il loro canone di affitto. Si tratta di un sistema piuttosto obsoleto ma che funziona bene e ha garantito storicamente uno standard di vita discreto e un affitto senza preoccupazioni a molte persone della classe lavoratrice svedese. La relazione ufficiale del governo intende modificare questo sistema e annullare la responsabilità delle società di alloggi municipali in merito all’impegno sociale da sostenere nella costruzione di nuove abitazioni. Inoltre, il governo intende aumentare gli affitti oppure costruire nuove aree da adibire a parchi per bambini. L’unica priorità che tali società possono tenere in considerazione sono i “liberi” interessi di mercato e il conseguimento del maggior profitto possibile. Oltre a quanto appena descritto, la relazione suggerisce anche di introdurre un limite nel reddito, ossia l’alloggio sociale.
L’altro grande cambiamento a cui si fa riferimento, riguarda l’introduzione degli affitti basati sulle esigenze di mercato. La relazione dichiara, infatti, che gli affitti, grazie a questo cambiamento, potranno aumentare del 5% più inflazione (attualmente al 4% in Svezia) ogni anno! L’argomento che il governo di destra utilizza a supporto di questo punto, è la necessità di ridurre la richiesta di appartamenti e zone “popolari”. Ma in realtà, questo significa che gli affitti possono aumentare di una percentuale pari al 63% nell’arco di 10 anni, pertanto a lungo andare le 14.000 (!) persone che oggi vivono nelle zone più signorili, saranno costrette a traslocare perché il loro reddito non consentirà loro di abitare in quelle aree. Successivamente, tutto questo si tradurrà in un aumento della segregazione. A questo punto nasce spontanea la domanda: “Dove vivremo? Quale sarà lo standard degli appartamenti visto che le società di alloggi municipali non sono obbligate a mantenere uno standard di vita elevato?” Questo cambiamento nel modello di alloggi svedese, che saremo costretti ad affrontare, è il più significativo degli ultimi decenni.
Per evitare che tutto ciò accada, lo scorso anno abbiamo mobilitato la nostra organizzazione e nella primavera del 2009 si arriverà ad una decisione definitiva.
Per noi è importante agire a livello nazionale, ma è anche chiaro che l’Unione Europea e i Paesi membri stanno puntando ad una standardizzazione dei mercati degli alloggi in tutta Europa. Questo è il motivo per cui ritengo che discutere e scambiarsi esperienze significative sia importante.
Ringrazio tutti per l’attenzione accordatami!